venerdì 30 maggio 2014

Al ballottaggio si ridanno le carte

Le elezioni comunali di Orvieto hanno dato sicuramente dei risultati inaspettati.
Molto forte il candidato Sindaco del centro sinistra orvietano Giuseppe Germani (che invece in molti avevano battezzato come brocco), ma non abbastanza da vincere al primo turno, seppure per appena 19 voti !
Lo stemma del Comune di Orvieto
Nel frattempo sul campo sono rimasti morti e feriti di entrambi gli schieramenti, anche se per onestà intellettuale bisogna riconoscere che è il centro destra locale che ne esce più malconcio; infatti, dopo aver espugnato la città che per ben 60 anni aveva continuamente confermato tutte le varie forme  proto-vetero-post-comuniste, ci si aspettava quantomeno una qualche riconoscenza, per aver risanato un bilancio disastrato ed aver eliminato le sacche di potere che avevano ridotto la città di Orvieto a vivere di un'economia esclusivamente dipendente dalla politica.
Nonostante ciò nello schieramento in vantaggio non c'è grande serenità e grande sicumera circa l'esito di questo ballottaggio, anzi.
In sede di proclamazione dei risultati i rappresentati delle liste collegate a Germani hanno fatto di tutto per farsi accreditare in un modo o nell'altro i 19 voti mancanti, proprio per evitare il temuto ballottaggio.
L'operazione però è miseramente fallita e allora è partito uno stressante training autogeno in cui ci si continua a ripetere, come un disco rotto, che comunque si è già vinto, perché gli orvietani avrebbero già scelto.
In realtà tutti hanno davanti il finale di un film già visto, quello proiettato alle ultime elezioni, in cui la candidata del centro sinistra che aveva anch' essa vinto "di prepotenza" le primarie, non riuscì a vincere anch'ella per una manciata di voti al primo turno (circa 180), e poi l'attuale sindaco uscente riuscì non solo a rimontare un grande svantaggio, ma stravinse con una valanga di voti favorevoli.
Il training autogeno riprende prontamente per dirsi: sì, va beh, ma allora il centrosinistra era diviso, c'erano state delle primarie assolutamente sanguinose e sanguinolente, mentre oggi il candidato sconfitto alle primarie è pure il capolista di Germani.
E questo è senz'altro vero, tuttavia, a ben guardare, anche oggi le divisioni non mancano, in verità già dal primo turno.
A sinistra Giuseppe Germani, a destra Toni Concina
Almeno due le liste di "sinistra" che hanno presentato candidati alternativi a Giuseppe Germani, più il Movimento Cinque Stelle. Lo so, sono tutte andate male, anzi malissimo, forse peggio del centrodestra, ma esaminando i voti presi dai vari candidati emerge un dato piuttosto allarmante per Germani, perché ha preso parecchi voti in meno rispetto ai voti di lista: in poche parole c'è stato parecchio voto disgiunto sul suo nome, mentre, al contrario, Concina, ha preso più voti rispetto alle liste che lo appoggiavano.
Inoltre tutti sanno che alle elezioni amministrative comunali le dinamiche del voto sono assai particolari rispetto al normale voto di opinione, perché molti votano per il parente, l'amico, il capo ecc. ecc. ed il voto di preferenza finisce poi per premiare il candidato sindaco di un determinato schieramento.
Al ballottaggio questi voti sono tutti in libera uscita e si polarizzano su scelte puramente personali fra chi si preferisce fra Concina e Germani.
A proposito, vi do una notizia in anteprima: ho incontrato poco fa il Candidato Germani e mi ha confermato che il confronto con i giornalisti si farà, e lì si che ci sarà un banco di prova molto importante.
In altri termini non è ancora detta l'ultima parola, perché al ballottaggio si riprendono tutte le carte in gioco, si rimischia il mazzo e vengono date carte nuove, per giocare tutt'altra partita.
Personalmente non so se Toni Concina potrà fare nuovamente il miracolo storico delle ultime elezioni, ma di certo c'è già riuscito una volta, e potrebbe anche riuscirci ancora, anche se indubbiamente la situazione odierna è senz'altro differente rispetto a quella già vissuta, quantomeno perché allora era Concina lo sfidante, il nuovo, il cambiamento.
Mi sembrano invece molto preoccupati la quasi totalità dei giornalisti locali quasi tutti schierati con Germani che addirittura si appellano ai santi perché non accada quello che è già è accaduto in passato.
A questo riguardo dico: scherza coi fanti e lascia stare i santi.
Un saluto.





lunedì 26 maggio 2014

Le elezioni europee, viste da un #noeuro

Stavo scrivendo un post sul rapporto giuridico fra figli e genitori, poteri e doveri, poi, un po' il lavoro, un po' le elezioni che si appropinquavano, mi hanno indotto a trascurare questa mia ancora imberbe creatura che è il mio blog.
Torno oggi però proprio con l'argomento degli argomenti, il commento alle elezioni europee, per chi, come me, fa parte dei c.d. #noeuro, hashtag di un certo successo su Twitter, che ha raccolto tutti coloro che considerano l'ingresso dell'Italia nell'euro la principale causa della disoccupazione italiana e della grave crisi economica che ci sta colpendo.
Marine Le Pen
Come ho sintetizzato nel mio ultimo tweet, direi che per un noeuro italiano queste elezioni hanno dello schizzofrenico: infatti, mentre in Italia abbiamo largamente mancato l'obbiettivo di convincere molti italiani alla nostra causa, in europa, invece, i partiti c.d. euroscettici decollano in modo impressionante come in Francia con Marine Le Pen, in Inghilterra con Nigel Farage dell'UKIP, fra gli esempi più clamorosi.
Ecco perché definirei schizzofreniche queste elezioni dalla doppia personalità.
In Italia, il paese più danneggiato dalle politiche monetarie dell'euro, la gente ha ancora molta paura di abbandonare questa moneta perché teme - contrariamente al vero - che l'abbandono di questa tragedia che è l'euro sia un passo pericoloso.
Nigel Farage
Al contrario in Europa, due fra le nazioni più importanti come la Francia (nell'euro) e l'Inghilterra (ancora con la sterlina) si sono pronunciate in modo nettamente contrario alla moneta unica europea; e sarà certamente difficile la sopravvivenza dell'euro, se il Front National francese si confermerà anche alle elezioni politiche francesi, perché un euro senza Francia (così come un euro senza Italia e addirittura senza Grecia) non potrebbe sopravvivere.
Sono quindi contento per il risultato europeo, "attapirato" per quello italiano, soprattutto per Fratelli di Italia, (la lega è andata bene, ma il mio candidato, il Professor Borghi, non ce l'ha fatta).
Mi auguro che ora in Forza Italia si apra una riflessione seria sull'europeismo, su Toti, che è andato peggio di Fitto, e sui tentennamenti di Berlusconi, anche se bisogna riconoscere al Presidente che ancora una volta ha saputo fiutare l'aria in Italia meglio di chiunque altro sulla eurofilia degli italiani; mi aspetterei però dal partito principe del centrodestra italiano, che qualche volta si prenda anche il toro per le corna e si prenda una iniziativa politica un po' più coraggiosa ed originale senza lasciare il campo alla Lega e a Fratelli di Italia.
Se infatti in FI si aprisse questa riflessione e si scegliesse per una critica ed un abbandono più marcato del progetto europeo (soprattutto sull'ERF che sarà la tomba economica definitiva per l'Italia) potrei rivedere il mio distacco e confluire nuovamente in FI, così come molti altri si sono distaccati da FI e che addirittura non sono nemmeno andati a votare, e che invece con un progetto chiaro potrebbero ritornare alla loro "casa madre".
Rimane il rammarico per la vittoria soprattutto di Napolitano, che è la persona che reputo responsabile principale del disastro economico e politico che abbiamo passato e che ancora oggi stiamo passando nonostante Renzi e i suoi 80 €. Infatti il Presidente della Repubblica viene sicuramente legittimato nella sua azione di regista del governo Renzi da questo voto europeo.
Rimango comunque convinto che l'euro prima o poi salterà e probabilmente salterà prima di quello che ci si poteva immaginare perché Marine Le Pen di certo non si vorrà far fregare ancora dai tedeschi.
Noi invece non solo ci siamo fatti fregare prima di entrare, ma continueremo a farci fregare ancora, e qui sta la mia grande amarezza per questo voto, perché io invece vorrei proprio fargli, ai tedeschi, una italianissima pernacchia.
Un saluto.