lunedì 26 maggio 2014

Le elezioni europee, viste da un #noeuro

Stavo scrivendo un post sul rapporto giuridico fra figli e genitori, poteri e doveri, poi, un po' il lavoro, un po' le elezioni che si appropinquavano, mi hanno indotto a trascurare questa mia ancora imberbe creatura che è il mio blog.
Torno oggi però proprio con l'argomento degli argomenti, il commento alle elezioni europee, per chi, come me, fa parte dei c.d. #noeuro, hashtag di un certo successo su Twitter, che ha raccolto tutti coloro che considerano l'ingresso dell'Italia nell'euro la principale causa della disoccupazione italiana e della grave crisi economica che ci sta colpendo.
Marine Le Pen
Come ho sintetizzato nel mio ultimo tweet, direi che per un noeuro italiano queste elezioni hanno dello schizzofrenico: infatti, mentre in Italia abbiamo largamente mancato l'obbiettivo di convincere molti italiani alla nostra causa, in europa, invece, i partiti c.d. euroscettici decollano in modo impressionante come in Francia con Marine Le Pen, in Inghilterra con Nigel Farage dell'UKIP, fra gli esempi più clamorosi.
Ecco perché definirei schizzofreniche queste elezioni dalla doppia personalità.
In Italia, il paese più danneggiato dalle politiche monetarie dell'euro, la gente ha ancora molta paura di abbandonare questa moneta perché teme - contrariamente al vero - che l'abbandono di questa tragedia che è l'euro sia un passo pericoloso.
Nigel Farage
Al contrario in Europa, due fra le nazioni più importanti come la Francia (nell'euro) e l'Inghilterra (ancora con la sterlina) si sono pronunciate in modo nettamente contrario alla moneta unica europea; e sarà certamente difficile la sopravvivenza dell'euro, se il Front National francese si confermerà anche alle elezioni politiche francesi, perché un euro senza Francia (così come un euro senza Italia e addirittura senza Grecia) non potrebbe sopravvivere.
Sono quindi contento per il risultato europeo, "attapirato" per quello italiano, soprattutto per Fratelli di Italia, (la lega è andata bene, ma il mio candidato, il Professor Borghi, non ce l'ha fatta).
Mi auguro che ora in Forza Italia si apra una riflessione seria sull'europeismo, su Toti, che è andato peggio di Fitto, e sui tentennamenti di Berlusconi, anche se bisogna riconoscere al Presidente che ancora una volta ha saputo fiutare l'aria in Italia meglio di chiunque altro sulla eurofilia degli italiani; mi aspetterei però dal partito principe del centrodestra italiano, che qualche volta si prenda anche il toro per le corna e si prenda una iniziativa politica un po' più coraggiosa ed originale senza lasciare il campo alla Lega e a Fratelli di Italia.
Se infatti in FI si aprisse questa riflessione e si scegliesse per una critica ed un abbandono più marcato del progetto europeo (soprattutto sull'ERF che sarà la tomba economica definitiva per l'Italia) potrei rivedere il mio distacco e confluire nuovamente in FI, così come molti altri si sono distaccati da FI e che addirittura non sono nemmeno andati a votare, e che invece con un progetto chiaro potrebbero ritornare alla loro "casa madre".
Rimane il rammarico per la vittoria soprattutto di Napolitano, che è la persona che reputo responsabile principale del disastro economico e politico che abbiamo passato e che ancora oggi stiamo passando nonostante Renzi e i suoi 80 €. Infatti il Presidente della Repubblica viene sicuramente legittimato nella sua azione di regista del governo Renzi da questo voto europeo.
Rimango comunque convinto che l'euro prima o poi salterà e probabilmente salterà prima di quello che ci si poteva immaginare perché Marine Le Pen di certo non si vorrà far fregare ancora dai tedeschi.
Noi invece non solo ci siamo fatti fregare prima di entrare, ma continueremo a farci fregare ancora, e qui sta la mia grande amarezza per questo voto, perché io invece vorrei proprio fargli, ai tedeschi, una italianissima pernacchia.
Un saluto.

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