sabato 14 febbraio 2015

Una giornata di ordinaria inefficienza della giustizia civile.

Per un normale cittadino è difficile rendersi conto di come funzioni la giustizia in Italia, anche perché chi la frequenta da semplice utente ha quasi sempre un incontro a dir poco traumatico, e tende quindi a rimuovere l'esperienza negativa, guardandosi bene dal farsi qualche domanda in più sulle ragioni di questo stato comatoso in cui versa la giustizia italiana.
I media - ed in particolare i giornalisti - attribuiscono tutti i mali della giustizia agli avvocati che sono considerati i principali responsabili delle lungaggini giudiziarie, secondo un consolidato luogo comune per cui più la causa dura nel tempo, maggiore sarà la parcella che l'avido avvocato potrà estorcere al malcapitato utente della giustizia.
I luoghi comuni sugli avvocati associati non a caso
agli ebrei e ai massoni e ai relativi luoghi comuni su di loro.
Abbiamo già parzialmente affrontato l'argomento dei compensi degli avvocati in altri post, e mi riservo semmai di ritornare sull'argomento in altra sede, intanto però ci tengo a ribadire che queste affermazioni sono completamente false e frutto dei soliti pregiudizi.
Basti sapere che già in sede di prima riforma del codice di procedura civile del 1990, era vietato agli avvocati conteggiare nelle parcelle il costo delle udienze di semplice rinvio in cui di fatto non veniva espletata alcuna attività difensiva. Successivamente con le famose (per me famigerate) "lenzuolate" di Bersani, il finto liberalizzatore, erano stati abrogati i minimi (mossa che è servita a banche e grandi imprese per pagare meno gli avvocati...), ed i compensi potevano essere liberamente pattuiti fra avvocato ed assistito, anche a forfait; infine, già dal 2011, con l'entrata in vigore del compenso a fasi giudiziali, per l'avvocato, in assenza di patto in deroga, vale il principio per cui se non si passa dalla fase introduttiva a quella istruttoria o della raccolta delle prove, e poi a quella conclusiva, non si può chiedere il compenso per quella determinata fase.
E' quindi falso che gli avvocati abbiano interesse a procrastinare le cause, perché anzi, se vogliono riscuotere i compensi per ogni fase processuale, hanno interesse a che la causa vada avanti spedita verso la sentenza.
Ma allora perché la giustizia civile italiana funziona così male?
Sentite cosa mi è successo qualche tempo fa.
Dovendo preparare l'udienza di una causa piuttosto complessa di risarcimento del danno fissata per far giurare un consulente del giudice, mi riguardo sul PCT (ovvero sul portale del processo civile telematico) il verbale dell'ultima udienza che rinviava ad una certa data ore 10; in realtà però il sistema dava il rinvio per le ore 11, e voilà l'utilità del processo telematico, che invece di aiutare complica le cose... primo problema: a che ora presentarsi dal giudice in udienza alle 10 o alle 11? Per prudenza alle ore 9,45 ero sul posto dopo aver fatto i miei bei chilometri ed essermi quindi svegliato diciamo prestino.
Altro problema: il giudice non c'è, e non è la prima volta che succede per questa causa; mi attivo per sapere se la causa si fa, e se sì,  per sapere chi la fa; dopo aver fatto la mia bella fila in cancelleria, scopro che la causa sarà tenuta da un GOT (giudice onorario) che sostituirà il giudice titolare - pare - per tutta la fase istruttoria e forse anche dopo.
Alle 10,10 trovo l'aula ed il giudice abbastanza incarognito con altri colleghi che non si sono presentati puntuali per le ore 9,30. Per fortuna c'è la mia controparte ma è solo una delle tre controparti che ho in questa causa; le altre due ovviamente arriveranno alle ore 11 come fissato dai cancellieri... nel frattempo è già arrivato il consulente del giudice (ovvero il CTU, acronimo di consulente tecnico di ufficio) convocato dal giudice originario per le ore 10, come da verbale. Costui va di fretta - il tapino - e pensa di poter fare in quattro e quattr'otto; lo osservo divertito attendere nervosamente le ore 11 che ormai devono essere necessariamente aspettate visto che la cancelleria - sbagliando - ha fissato sul PCT per le 11, anziché per le 10, come da verbale.
Alle 10.30 insorge un altro problema: il giudice di sostituzione (chiamiamolo così) viene cooptato nel collegio penale; per i non addetti: il Tribunale penale collegiale (composto di tre giudici) non si può comporre perché manca un magistrato e quindi il GOT oltre a sostituire il mio magistrato della mia causa, deve sostituire anche quell'altro del penale!
Alle 10.45 il GOT si allontana promettendo di tornare quanto prima le sarà possibile. Alle 11 ci siamo finalmente tutti, ma ora manca il giudice, quello titolare della causa e pure il suo sostituto ! Attendiamo fiduciosi, ma il CTU si innervosisce visibilmente e comincia - giustamente - a lamentarsi dicendo che lui è arrivato da più di un ora e che se il giudice non ritorna se ne va... (e io che dovrei dire allora?).
Non ve la faccio troppo lunga, alle ore 12.15 ci arrendiamo: facciamo il verbale di causa da soli, chiedendo tutti un rinvio perché il giuramento del consulente chiamato dal giudice senza giudice ovviamente non si può fare, lasciamo il fascicolo con il verbale fatto sul tavolo del giudice che quando torna dovrà firmarlo, dopo aver fissato altra udienza in cui tentare nuovamente di far giurare il consulente, e ce ne andiamo tutti sperando per il meglio.
Il rinvio ci sarà poi comunicato e sarà a distanza di ben nove mesi dall'ultima curiosa udienza.
Questa è la giustizia civile italiana. Vabbè, direte voi, è un fatto episodico...
In realtà questi intoppi e disguidi vari sono all'ordine del giorno: manca il giudice, il fascicolo non si trova, manca un atto, la cartolina della notifica non è ancora tornata dalle poste, e per ogni rinvio si perdono mesi, e  per qualche tipo di causa si può perdere anche un anno o giù di lì.
La conclusione sul perché la giustizia italiana funziona così male è per me abbastanza chiara: è un problema di sistema, organizzato per compartimenti stagni, che si inceppa a causa soprattutto della carenza del personale (giudici e personale di cancelleria) che non riescono a far fronte alla crescente domanda di giustizia e al fatto che - per esempio - non si svolge più un concorso per assumere cancellieri - udite udite - dal lontano 1996 !
La manovra sulla tutela dei diritti è evidente
Se infatti ci fosse stato personale di cancelleria a sufficienza probabilmente l'orario sbagliato della mia causa non ci sarebbe stato; se ci fossero sufficienti giudici, il sostituto del giudice titolare non sarebbe stato costretto a fare da jolly in tutte le cause fissate per quel giorno in cui all'ultimo momento mancava un giudice del collegio; se ci fosse stato presente il cancelliere in udienza (cosa prevista teoricamente dal codice, che tuttavia non viene applicato proprio perché se levi i cancellieri dalle cancellerie per mandarli in udienza si blocca tutto) probabilmente avrebbe potuto sostituire il sostituto con altro giudice e far giurare il CTU ugualmente, senza perdere altri nove mesi, senza avermi fatto fare 190 chilometri inutilmente e via cantando.
E allora perché non si assumono giudici e cancellieri a sufficienza? 
Ma perché c'è il debito pubblico baby, c'è il vincolo del 3% fra debito e PIL, insomma perché ce lo chiede l'Europa no? E soprattutto perché Napolitano e Monti hanno cancellato oltre 400 uffici giudiziari che lavoravano benissimo e facevano le cause massimo in due o tre anni per creare invece mega uffici giudiziari in cui tutto si blocca e si insabbia. Una riforma definita "epocale" che invece non ha risolto un tubo, anzi ha aggravato la situazione della giustizia, in quei luoghi dove per lo meno funzionava decentemente.
Grazie Napolitano, grazie Monti, grazie UE!
Questa GENTACCIA non riconoscerà mai che le cose stanno così: continueranno a farvi credere che la giustizia oggi, come ieri prima della riforma, va male perchè la colpa è degli avvocati che vi vogliono fregare, o al massimo è di voi italiani, gente troppo litigiosa e messa su dagli avvocati che voglio guadagnarci sopra, che vi farebbero fare cause inutili e dispendiose, quando ormai è noto che il contenzioso si promuove solo se ci si è costretti, visto che la gente normale non c'ha nemmeno i soldi per pagarsi le bollette !
Ci vuole più Europa nevvero?
Un Europa che elimini la figura dell'avvocato tradizionale e che crei una giustizia privatizzata, per chi se la può permettere, per chi ha interesse a pagare più un impiegato magari, piuttosto che un professionista, libero ed indipendente, e magari gabbare meglio il consumatore, il piccolo artigiano, la "casalinga di Voghera" a cui sarà sempre più difficile far causa a banche, assicurazioni e grandi aziende. E infatti se vuoi fare causa a uno di questi soggetti devi prima fare mediazione, negoziazione e chi più ne ha più ne metta, e se per caso non ti accontenti del piatto di lenticchie che ti offrono in negoziazione, rischi, facendogli causa e pur avendoci ragione, di pagare comunque le spese dell'avvocato della Banca, di Telecom o dell'Enel perché non hai accettato la mediazione....  Meditate!
Vostro Guido.






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