sabato 8 marzo 2014

Come sto oggi nel mondo.

Anche il mio secondo post avrà natura "generalista" e vorrei parlare della mia situazione generale, facendo un primo bilancio della mia vita, avendo da poco compiuto 46 anni. Al riguardo, ho visto sul web una maglietta con una scritta molto spiritosa sulla condizione dei quarantenni che diceva più o meno: "non sono un vecchio quarantenne ma un diciottenne con ventidue anni di esperienza..."

A parte le battute, non posso nascondermi tuttavia che provo una certa malinconia per la mia giovinezza che si è fuggita tutta via, e mai come oggi "del doman non v'è certezza, chi vuol esser lieto sia..." (poesia di Lorenzo De' Medici adattata...). Del resto non posso dire di ragionare ancora come un diciottennne,  anche perché penso di essere molto cambiato: "panta rei" (Eraclito), ovvero tutto scorre e tutto passa come un fiume, o, come dicono gli U2,  we run like a river to the sea... (The Joshua Tree, One tree hill  per sentirlo gratis su Spotify mentre leggi clicca https://play.spotify.com/track/3hhvJsaNQLfLGY6buy9nyo).

Guido Turreni a 19 anni.
Sul mio privato non dirò molto in questo tipo di sede (per ovvi motivi), ma posso dire che sono abbastanza soddisfatto di me stesso. Sono riuscito a costruirmi una famiglia in questi anni e qualche amico vero, dopo le mie esperienze sentimentali più o meno riuscite e le mie relazioni interpersonali più o meno deludenti. C'è un po' di rammarico perché non mi frequento più con qualche amico con cui ho condiviso la mia fantastica gioventù,  e di cui ho grande nostalgia, ma devo dire, su questo aspetto, che la vita ti fa capire che questo è anche normale, perché le relazioni evolvono naturalmente in un determinato modo, senza che sia necessariamente colpa di qualcuno. C'è poi un po' di rimpianto per alcune scelte radicali in campo sentimentale, che comunque alla fine mi hanno portato esattamente dove sono, ma che oggi, con la mentalità del quarantenne, non rifarei.

Sul piano pubblico invece non sono molto soddisfatto di come mi vanno le cose, sia come professionista, sia come cittadino italiano: dopo aver faticato e lottato non poco per diventare avvocato e poter quindi "rilevare" lo studio di mio padre, mi sono trovato con una professione completamente diversa da quella che mi era stata promessa in gioventù sulla base del brocardo latino che ho utilizzato come titolo di questo blog e che mio padre mi scrisse sull'agenda, in un momento di particolare difficoltà della mia formazione universitaria.

Fides et prudentia, cioè abbi fede e sii prudente, tempus et diligentia, ovvero dai tempo al tempo ed impegnati con la dovuta diligenza, che non è esattamente un carrozza trainata da cavalli in uso nel vecchio west...

Purtroppo però molte cose sono cambiate dai tempi di mio padre. Gli avvocati ormai non sono più considerati come i difensori dei cittadini, che godevano di estimazione generale in quanto erano considerate persone serie di cui ti potevi fidare, perché erano coloro che davano alle persone la consapevolezza dei loro diritti e dei loro doveri.

Oggi gli avvocati sono considerati come una sottospecie di parassiti, avvoltoi (clicca qui per una eloquente dimostrazione), gente di malaffare perché complici dei delinquenti che fiancheggiano, oppure grandi evasori fiscali a prescindere, come diceva Totò, che, nella migliore ipotesi, possono al massimo essere considerati come dei furbacchioni praticoni, quando ti risolvono un problema, o degli emeriti  incompetenti quando non ci riescono.

Capirete che essere definiti in questo ed in altri discutibili modi non solo nella considerazione popolare, ma addirittura dalla maggior parte dei media e della politica, non mi fa affatto piacere e mi piacerebbe fare qualcosa di serio e di importante per riportare un minimo di verità su queste cose.
Purtroppo non è facile lottare contro il pregiudizio ed il luogo comune, considerando che persino l'ex Ministro di Grazia e Giustizia, che non dovrebbe essere l'ultimo arrivato in materia, considera la tua categoria come qualcosa che "bisogna levarsi dai piedi".

Inoltre c'è da considerare che la condizione economica degli avvocati al giorno d'oggi (e per la verità di quasi tutte le altre categorie di professionisti con partita IVA) è decisamente peggiorata rispetto anche a qualche anno fa, a causa di politiche dissennate che si fondano sui pregiudizi di categoria che abbiamo sommariamente indicato prima:  il confronto con mio padre è presto fatto; lui ha potuto realizzare grandi cose nella sua vita professionale. Partendo dalla condizione di figlio di operaio è diventato un ottimo professionista, ha comprato diversi immobili senza mai bisogno di contrarre debiti e mutui, ha mantenuto due figli all'università, ed ha oggi una pensione di tutto rispetto; ed io invece? Beh, lasciamo perdere, diciamo che sono riuscito a non indebitarmi e a pagare le mie imposte, come una specie di schiavo che lavora gratis per un socio tiranno (lo stataccio),  e sono riuscito far sopravvivere dignitosamente la mia famiglia e poco più. Dubito che un domani riavrò indietro i contributi pagati per la mia pensione...

A ciò si aggiunga il fatto che proprio nel momento più importate della parabola professionale di un avvocato  (40-50 anni di età) mi è stato tolto il mio posto di lavoro di elezione, ovvero il Tribunale di Orvieto, con ovvie conseguenze sul mio reddito, e con tutte le responsabilità che devo pure assumermi per i miei clienti.

Che dite, posso essere un po' incazzato dopo che ho studiato una vita per ritrovarmi a 46 anni a ricominciare tutto da capo, a fare circa 180 km al giorno (che questo inverno sono diventati 180 km di nebbia per andare a lavorare a Terni), con la gente che ti guarda di traverso solo perché sei un avvocato, con pochi soldi in tasca, mentre il fisco pensa che sei una specie di sultano del Brunei, e un mare di responsabilità che qualche volta non mi fanno dormire la notte ? Ma chi me lo fa fare?

Abraham Lincon - Avvocato e Presidente degli Stati Uniti,
nonché patrono della fine della schiavitù dei neri d'America
E' chiaro che così stando le cose, ed avendole sapute all'epoca della mia formazione, avrei fatto scelte completamente diverse! Altro che miniera d'oro da sfruttare... altro che "sei un coglione se non ti prendi lo studio di tuo padre..." Ci ritorneremo su questo argomento e anche sugli altri trattati a volo d'uccello magari con altri post più specifici, però posso affermare sul punto che mai detto popolare fu più azzeccato, quando si dice: non è tutto oro quello che luccica...

Anche come cittadino italiano comunque non mi sento affatto soddisfatto.
Su questo aspetto vorrei evitare di fare del semplice qualunquismo, alla movimento cinque stelle, della serie "sono tutti ladri, tutti a casa, vaffanculo a te e chi sei, brutto ladrone di un politico." Ma non voglio nemmeno essere qualunquista con il "Movimento cinque espelle", che ha le sue proposte ed i suoi perché, alcuni dei quali sono assolutamente condivisibili; solo che, per quanto mi riguarda, ho un'idea della società ben precisa in mente, l'idea dello stato liberal democratico, come possono essere gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o la Svizzera.

Invece mi ritrovo con uno stato monster, che non solo non ha nulla di liberale, ma assomma in sé il peggio di tutti gli altri stati: la sovranità di una colonia della Germania, l'efficienza giudiziaria della Tanzania, la burocrazia di uno stato dittatoriale, lo stato sociale in default, un federalismo che sembra molto di più la brutta riedizione del feudalesimo e con le imposte al livello di Re Giovanni senza terra ed annesso Sceriffo di Nottingham, che anche se sei in regola ti trova comunque qualcosa che non va, perché la bestia è affamata! Un fiorino !

Mi direte: bene, bravo, ma cosa ci proponi? Un Berlusconi che è responsabile come gli altri di tutto ciò, visto che ha governato per una dozzina di anni?

Incredibile ma vero vi risponderei ancora di sì, anche se non voglio il Berlusconi delle Santanchè o dei Verdini, o quello del governo Monti, o della rielezione della disgrazia delle disgrazie, ovvero di Giorgio Napolitano, ma il Berlusconi del '94, quello della prima Forza Italia, quello che mi fece sognare l'avvento dello stato liberale, moderno e al servizio dei cittadini, quello della burocrazia zero, del principio di sussidiarietà, del meno tasse per tutti, dello stato che aiuta solo chi è rimasto indietro, e così via cantando.

Insomma, il bilancio è semplice: positivo nel privato, negativo nel pubblico. Ecco come sto nel mondo oggi. E voi?



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